“Ci vediamo lungo la strada“ - Cloe Braconi

Nel 2020, sotto la firma della regista cinese Chloé Zhao, appare sul grande schermo Nomadland, film anticonformista che racconta la storia di una donna, ormai vedova, che dopo aver perso tutto abbraccia una vita girovaga: nomade. Gli anni compresi tra il 2007 e il 2013 vedono il sogno americano, in cui ogni uomo può realizzare ciò che desidera, infrangersi in mille pezzi nella crisi economica della Grande Recessione. E’ in questo contesto che Fern, come tanti altri, è costretta a lasciare la cittadina industriale di Empire in Nevada, per vivere nel suo van ormai divenuto una nuova casa. Nel film viene dedicata grande attenzione alle cure che la donna dedica al suo furgone, e in particolar modo agli oggetti - essenziali ma significativi - che ha scelto di portare con sé: il servizio di piatti di suo padre, il mobiletto adattabile che ha costruito di persona. I suoi averi sono solo una fioca proiezione della Fern che era stata prima di compiere la scelta di uno stile di vita così estremo, immagini che le sussurrano, le evocano ricordi dolci e rassicuranti da un passato che si allontana a mano a mano che viaggia attraverso l'America. Nonostante tutte le sfide e le privazioni che l’essere nomade comporta, Fern è una donna dinamica a cui piace il lavoro e il rendersi utile; che sia nella grande industria Amazon o nel retrobottega di un fast food poco importa: forse, la precisione e lo zelo richiesti da un mestiere restituiscono alla donna la parvenza di una vita normale, un po’ meno precaria e di passaggio; o forse, darsi da fare è solo un modo per frenare tutti i pensieri e non lasciarli correre. Ma di fondamentale importanza in questo film così realistico eppure apparentemente così lontano da noi sono le persone, gli incontri. In una piazzola arida e desolata in un luogo dimenticato da Dio si riuniscono i nomadi, che in una notte creano una comunità di mutuo rispetto e aiuto: c'è chi mette a disposizione degli altri la propria esperienza con gli pneumatici bucati, o chi offre delle sdraio perfette, mai usate. La sera ci si raccoglie intorno ad un fuoco. Ogni volto diventa una storia. Qualcuno nel raccontare i propri trascorsi ancora si bagna le guance di lacrime, ma altri, forse la maggior parte, sono diventati estranei alla loro vecchia vita. Un uomo dalla barba bianca che ha perso il giovane figlio crede profondamente che non esistano addii, ma solo arrivederci. Si è convinto di questo per non cedere al dolore. E così, quando alla fine del film i nomadi riuniti attorno al fuoco non pensano alla morte, ma celebrano la vita di una compagna di viaggio ormai scomparsa, Fern getta un sasso nel fuoco, e l'uomo dalla barba bianca dice “Ci rivedremo lungo la strada”.

Nomadland movie poster with person holding lantern at sunset, open field background.
Poster for "Terra e Libertà" by Ken Loach featuring a group of five people holding rifles in a sepia-toned photograph, with a silhouette of a soldier holding a flag above the film title.