“Non dico mai addio per sempre, dico ci vediamo lungo la strada“ - Emilia Pascali
“Nomadland”, scritto e diretto da Chloé Zhao, segue le vicende di vita di una nomade moderna di nome Fern. I costanti spostamenti di Fern sono la fenomenizzazione dell’inquietudine esistenziale e dell’insoddisfazione che la società materialista provoca non solo in lei, ma in molti altri. A seguito della destabilizzante perdita del marito, Fern realizza che omologarsi e accondiscendere ad una società capitalista basata sull’alimentazione del desiderio di possedere non ha più senso, ma non solo, comprende di non poter ignorare il malessere che le provoca continuare a vivere la stessa vita senza il marito, legandosi a oggetti e posti che non fanno altro che farla affondare lentamente nei ricordi di tempi felici che non torneranno. Si sente imprigionata dai beni materiali e sa che non potrebbe sostenere il peso del passato se conducesse una vita sedentaria, allora si mette in viaggio. Il suo viaggio è una fuga dai ricordi che la lacerano. Ha paura di fermarsi perché ha paura di affezionarsi e di perdere tutto ancora. Il suo presente è il passato e il futuro a cui ambisce è quello di ritrovare chi ha lasciato indietro, allora sopravvive, stringe i denti e aspetta che lungo la strada venga finalmente il momento di ricongiungersi a suo marito.