“I am houseless, not homeless“ - Nicoletta Cavone

Nomadland, film della regista Chloe Zhao, uscito nelle sale nel 2020, racconta una vita, che da un osservatore esterno può sembrare ricca di contrasti, della protagonista Fern, una donna che, a seguito della grave crisi economica del 2008, all’interno del suo camper, viaggia continuamente in cerca di un posto di lavoro e di stabilità. Il film, vincitore del “Leone d’oro”, è di per sé un viaggio, e non racconta semplicemente la storia di una donna senza fissa dimora, ma il percorso spirituale della protagonista all’interno dei propri sentimenti, le sue sfaccettature e le sue paure, compiendo una traversata dal lutto del marito e la nostalgia della sua vecchia vita, verso l’accettazione e la comprensione di ciò che la vita ha da offrirle: la libertà. La vita di Fern è considerata dalla società come anticonvenzionale ed irrazionale: la donna non ha una casa e passa i suoi giorni lavorando e viaggiando, di stato in stato, senza una vera e propria meta. La contraddittorietà del personaggio la si può incontrare nella sua inclinazione a fuggire di giorno in giorno da un determinato luogo, ma allo stesso tempo a portare con sé uno smisurato carico di ricordi, all’interno del camper, senza il quale è evidente che non riuscirebbe ad andare avanti. Quando, infatti, le viene proposto di sostituire il suo mezzo di trasporto con uno nuovo e meno malfunzionante, Fern rifiuta categoricamente di abbandonare quello che per lei è il simbolo della sua intera vita, del trascorrere del tempo e delle sue reminiscenze. Infatti, dalla morte di suo marito, è come se la sua esistenza si trovasse in un bilico, lei fosse bloccata dal separarsi dalla sua realtà antecedente e come se la sua paura di perdere il controllo sulle cose, che aveva costruito con le sue mani, senza l’ausilio di nessuno, crescesse di giorno in giorno. Il concetto chiave di Nomadland è il trascorrere del tempo ed il pensiero, che in inglese si traduce con “Time heals all wounds”, secondo cui lo scorrere dei giorni, dei mesi e degli anni sia responsabile della rimarginazione delle ferite di tutti gli uomini. Infatti il film si basa proprio sulla catarsi e sull’espiazione della sofferenza, che ogni persona vive in modo completamente diverso, come Fern, che ogni giorno afferra le redini della sua vita ricercando una meta, che le possa finalmente aprire gli occhi, mostrandole la realtà dei fatti, senza che sia offuscata dalla opacità del rimpianto e della malinconia. Ciò che Chloe Zhao, nel film, lascia alla libera interpretazione è la comprensione delle peculiarità di Fern, che si definisce “senza casa, non senza tetto”: da questa frase si può intendere che la protagonista sia conscia, da un lato, della realtà delle cose e della sua situazione, ma preferisca essere lei stessa la timoniera della sua vita, senza lasciare che nessuno giudichi il suo stile di vita e le misure che adopera per elaborare il lutto e andare avanti. Il film giustappone la faccia introspettiva della narrazione a quella esteriore del mondo che circonda i personaggi. Nomadland è l’amalgamazione fra la descrizione delle sfaccettature più interiori dell’uomo e la scoperta dell’esistenza di un domani pieno di opportunità e di libertà.

Nomadland movie poster with person holding lantern at sunset, open field background.
Poster for "Terra e Libertà" by Ken Loach featuring a group of five people holding rifles in a sepia-toned photograph, with a silhouette of a soldier holding a flag above the film title.