Trasportati dal vento della libertà - Paolo Gaudiello

La Zhao Chloé ha ricevuto il mio ringraziamento per aver vinto 3 Academy Awards con Nomadland. Questo film d’autore è denso e sensibile, racconto di Fern, uno straordinario personaggio. Una serie di sventure colpisce l’America e i nuovi nomadi americani nel film che, per motivi economici o di scelta, insieme a un fior d’Alabastro, si spostano di luogo in luogo negli Stati Uniti in cerca di lavoro e di sentimenti di libertà, il libro nel quale il film è ispirato: “Nomadland: Surviving America in the Twenty-First Century”. Fern, una signora di mezza età estraniata nel rovello della sua città industriale del Nevada. Avendo avuto brutte esperienze, come quella della vedovanza, è rimasta povera e senza alcun sostegno, si è buttata in un van per vivere in modo nomade, riprendendo parallelamente: ed ora scappa da casa e amici nel paesaggio americano, fatto di bravi e finti. Fa incontri lungo le sue vie e questo la porta a contatto con gente che si trova ai limiti del sogno, affrontando anche sfide. La parte sorprendente di Nomadland è lo stile documentaristico di Zhao, che fonde senza sforzo la finzione con la realtà. Molti dei personaggi che Fern incontra non sono attori professionisti, ma nomadi non professionisti che interpretano se stessi. Questo conferisce al film un’autenticità unica, lontana da qualsiasi retorica e profonda tenerezza emotiva. La performance di Frances McDormand, l’attrice nel ruolo di Fern, è tra le più toccanti della sua carriera. È difficile immaginare un altro attore in grado di catturare il dolore, la fragilità e la potenza che incarna Fern con tanta perizia. Senza la necessità di lunghi dialoghi, McDormand ha il talento di trasmettere una profonda solitudine, mostrando al contempo la forza della speranza e la bellezza dell'umanità attraverso gli occhi, il silenzio e piccoli gesti. Nomadland è perfezione visiva. Le vaste pianure del deserto, i cieli senza limiti e le strade senza fine fungono da sfondo, pur essendo essenziali per comprendere la psicologia dei personaggi e il loro desiderio di libertà. Un’altra condizione primaria è quella riguardante il modo in cui viene trattato il tema della casa in relazione alla fragilità dell’economia mondiale. Nomadland mette in scena un’America con la quale nessuno ha voglia di avere a che fare. Usando nomi fittizi per proteggere gli innumerevoli di cui nessuno si cura e che vivono agli oneri di una società disonesta, infelicemente c’è. Eppure – perlomeno per quanto mi riguarda – il film riesce a mantenere un’aura di speranza. Celebra lo spirito delle persone e la loro forza di volontà nel trovare luoghi che possono chiamare casa, anche se sono i più insoliti. La poesia della regia di Zhao è non solo abile, ma tocca a fondo il cuore. La meta di Nomadland è universale; senza giudicare, per quanto si potrebbe non amarlo, Zhao dà voce a coloro che non ne hanno. Non è ricco di momenti mozzafiato e azione; ma piuttosto il film è una meditazione artistica sul sentimento di solitudine e la ricerca di libertà. Per riassumere, Nomadland è un film che richiede pace, che celebra la ricerca dell’essenza di una casa, di una comunità e di un’avventura. Non affrontiamo problemi, le ferite che sono invisibili in superficie sono presenti, ma la capacità di resistere e l’impegno di ricostruirsi sono risultati – magistralmente agrodolci. Chiunque apprezzi il cinema umano autentico adorerà questo film.

Nomadland movie poster with person holding lantern at sunset, open field background.
Poster for "Terra e Libertà" by Ken Loach featuring a group of five people holding rifles in a sepia-toned photograph, with a silhouette of a soldier holding a flag above the film title.