Il Sogno Rivoluzionario di Ken Loach tra Storia e Passione - Camillo Maria Palumbo
Ken Loach porta sullo schermo la lotta della guerra civile spagnola con Terra e libertà (1995), un film che segue il percorso di un giovane volontario inglese unito alle milizie repubblicane. Attraverso il realismo e una narrazione asciutta, il regista esplora il senso profondo della libertà, tra ideali e disillusioni.La libertà, come concetto assoluto, sembra sempre sfuggire dalle mani di chi la reclama. In tempo di guerra, poi, è una parola che si sporca di terra e sangue, si frantuma nelle divergenze ideologiche, si riduce a una speranza spezzata da una pallottola. Terra e libertà non è solo un film di guerra, né solo un film politico: è il racconto di un’utopia che si scontra con la realtà, una riflessione sulle fratture interne che lacerano anche le più nobili battaglie.David, giovane disoccupato comunista di Liverpool, parte volontario per combattere il fascismo nella guerra civile spagnola. Ma quella che dovrebbe essere una lotta chiara tra oppressori e oppressi si rivela presto un labirinto di fazioni in conflitto, di compromessi e tradimenti. Loach sceglie di non idealizzare il fronte repubblicano, mostrando come la ricerca della libertà possa diventare il campo di battaglia di ideologie inconciliabili. Il film si sofferma con lucidità sulle spaccature tra comunisti e anarchici, sulla tensione tra la rivoluzione dal basso e la necessità di una struttura gerarchica militare.L’illusione di una libertà assoluta trova la sua rappresentazione più efficace nella celebre scena del dibattito sul possesso della terra. Non ci sono eroi, non ci sono slogan: solo uomini e donne, con le mani sporche di polvere, che discutono con passione e paura del proprio futuro. È qui che il film di Loach raggiunge la sua massima potenza: la libertà non è solo un’idea, ma una pratica quotidiana, una costruzione collettiva e fragile, sempre in bilico tra sogno e sconfitta.Il regista utilizza il suo stile crudo e realistico per immergere lo spettatore nel caos del conflitto, con una cinepresa che si muove nervosa, quasi documentaristica, tra le trincee improvvisate e i volti segnati dalla fatica. Non c’è retorica nella sua narrazione, solo l’umanità contraddittoria di chi combatte per un ideale e si trova a dover fare i conti con la realtà.Alla fine, Terra e libertà non offre risposte, ma lascia una domanda sospesa: esiste una libertà che non sia contaminata dal potere, dall’ambizione, dalla paura? La storia sembra rispondere con un cinismo ineludibile, ma Loach ci ricorda che, nonostante tutto, ci sarà sempre qualcuno disposto a lottare per essa.