Voglio essere trasformato in un’aragosta - Agata Prosatore

The Lobster, diretto da Yorgos Lanthimos, è un film distopico che esplora la natura dell’amore e della solitudine con un tocco di umorismo nero. Ambientato in una società in cui essere single è illegale, il film pone domande inquietanti sulle convenzioni sociali e sul prezzo dell’individualità. Con una narrazione surreale, Lanthimos costruisce un’opera provocatoria che sfida le norme dell’amore romantico e delle relazioni umane. L’amore è davvero una scelta o è solo una costruzione sociale? The Lobster ci porta in un universo alternativo dove la pressione di trovare un partner è portata all’estremo. In questa realtà distopica, i single vengono confinati in un hotel e hanno solo 45 giorni per trovare l’anima gemella, altrimenti verranno trasformati in un animale a loro scelta. David, interpretato da un magistrale Colin Farrell, è un uomo abbandonato dalla moglie che entra in questo sistema spietato scegliendo di diventare un’aragosta nel caso in cui fallisca. Ma dietro questa premessa assurda si cela una riflessione più profonda sulla nostra ossessione per le relazioni e sull’idea che l’amore debba seguire regole predefinite. Lo stile di Lanthimos è inconfondibile: inquadrature geometriche, colori freddi e dialoghi pronunciati con un tono volutamente piatto e privo di emozione. Questo approccio stilistico amplifica il senso di alienazione dei personaggi e il carattere grottesco della società che il regista mette in scena. L’umorismo nero permea l’intero film, con momenti di assurda crudeltà mascherati da norme sociali: ad esempio, chi si comporta male viene punito in modi violenti e arbitrari, come se l’amore fosse una questione di disciplina e rigore. Frasi come “Love is a choice” e “Loneliness is a failure” risuonano con un’ironia feroce, smascherando la superficialità con cui la società definisce il concetto di felicità. Nella seconda metà del film, la narrazione si sposta nella foresta, dove vivono i Loners, un gruppo di ribelli che rifiutano qualsiasi forma di relazione amorosa. Tuttavia, anziché essere liberi, sono soggetti a regole altrettanto rigide: nessuno può innamorarsi, ogni forma di affetto è punita. Qui David incontra una donna miope, interpretata da Rachel Weisz, e tra i due nasce un legame proibito. Questa parte del film introduce un contrasto affascinante: se la società impone l’amore come un obbligo, la resistenza lo nega completamente. Entrambe le visioni sono estreme, lasciando lo spettatore con una domanda inquietante: è davvero possibile amare senza condizionamenti? Lanthimos non offre risposte facili. Il finale, enigmatico e aperto a molteplici interpretazioni, lascia lo spettatore con un senso di inquietudine e ambiguità. La scena finale, sospesa tra il gesto d’amore definitivo e l’annullamento di sé, racchiude tutta la poetica del film. Il suo ritmo lento, i toni surreali e la crudeltà sottilmente comica possono risultare respingenti. Ma per chi è disposto ad accettare il suo linguaggio visivo e narrativo, rappresenta un’esperienza cinematografica unica. È un’opera che scuote, che fa riflettere e che, con il suo mix di humor nero e critica sociale, resta impressa nella mente molto tempo dopo i titoli di coda.